Autor: admin
Visita de autoridades de la Región: 2 y 3 de julio.
| 27 de mayo, 2012 | 12:41 | Actividades Realizadas | Comentarios cerrados

En el mes de julio, recibiremos en Montevideo a Luca Marconi, Asesor de la Emigración

de la Regione Marche, junto al Director del Servicio Emigración, Sandro Abelardi.

Es la primera vez que recibimos a las autoridades de la Región en Uruguay y para
homenajear a los visitantes y a nuestros socios, tendrá lugar un espectáculo en la Sala
del piso IV del Hotel Radisson, con la presencia de Natalia Bolani presentando “Tanghi
d’amore”, en español e italiano, y también tendremos una sorpresa directamente desde
Italia: Opera Pop.

La Comisión Directiva está organizando una serie de encuentros con autoridades uruguayas
y la participación del Embajador de Italia en Uruguay, Massimo Andrea Leggeri.

El espectáculo del Radisson es el 2 de julio a las 19:30 hs. con entrada libre.

Discurso del Embajador en ocasión de la muestra Memento
| 5 de noviembre, 2011 | 19:52 | Actividades Realizadas | Comentarios cerrados

Discurso del Embajador Massimo Andrea Leggeri en ocasión de la inaguración de la muestra «Memento» de la migración marchigiana en Uruguay.

Se dice que los objetos son inanimados. Hoy podemos constatar
concretamente lo contrario. Cada uno de los objetos que aquí observamos,
que podemos tocar o individualizar en cualquiera de las fotos expuestas, se
muestra vivo y actual. Se muestra tal cual es, protagonista de la experiencia
personal de un individuo, de una familia. Actor de un momento determinante de
su vida, de sus elecciones de vida.

Estamos todos indisolublemente legados a los objetos que nos han
acompañado en un instante, en un dia, en un año de nuestra vida. De mucho
de ellos perdemos el recuerdo, otros se vuelven compañeros siempre
presentes en nuestro cotidiano vivir. Quien no tiene un par de zapatos o una
camisa de los cuales nunca quisiera desprenderse?
Quien no posee un objeto que usa cual valioso amuleto en momentos de
preocupación, soledad o también de felicidad?

Esta exposición se construyó por el deseo de muchos para rendir homenaje a
objetos y fotografías que recuerdan el principio de su vida en este País y que
al mismo tiempo constituyen un fuerte vínculo con Italia, con la ciudad de “le
Marche” de la cual llegaron hace años. Son todos pequeños pero grandes
objetos. Recuerdos de instantes que han marcado fuertemente su vida.

Una hermosa novela de Elsa Morante “La Storia”, narrando las experiencias
de una persona común, nos hace entender como las historias de cada uno
de nosotros son la trama de la Historia con la hache mayúscula. La que
estudiamos en la escuela. Hoy podemos vivirla mirando “las cosas” que fueron
parte de la aventura de aquellos que cruzaron el océano.
A todos ellos un gracias por haberlas compartido y a la Asociación Marchigiani
por permitirnos recorrer este emocionante camino de vida.

Discorso in Italiano

Si dice che gli oggetti siano inanimati. Oggi abbiamo di questa affermazione una
concreta smentita. Ogni oggetto che qui vediamo, che possiamo toccare o individuare
in una delle fotografie esposte, si mostra vivo e attuale. Si mostra quale esso e’,
protagonista della vicenda personale di una persona, di una famiglia. Attore di un
momento determinante della loro vita, delle loro scelte di vita.

Siamo tutti indissolubilmente legati agli oggetti che ci hanno accompagnato in un
attimo, in un giorno, in un anno della nostra vita. Di molti oggetti perdiamo il ricordo,
di altri facciamo dei compagni sempre presenti nel nostro vivere quotidiano. Chi non ha
un paio di scarpe o una camicia dai quali mai si vuole separare. Chi non ha un oggetto
che si pone quale aggancio prezioso nei momenti di preoccupazione, di solitudine o
anche di felicita’.

Questa Mostra si e’ costruita sul desiderio di molti di rendere omaggio ad oggetti e
fotografie che ricordano l’inizio della loro vita in questo Paese e che allo stesso tempo
costituiscono legame forte con l’Italia, con la citta’ delle Marche dalla quale essi sono
anni addietro venuti. Sono tutti piccoli ma grandissimi oggetti. Ricordi di attimi che
hanno avuto influenza determinante sulla intera vita.

Un bellissimo romanzo di Elsa Morante “La Storia” faceva comprendere, narrando
le vicende di una singola piccola persona, come le vicende delle storie di ognuno
siano il tessuto della Storia con la S maiuscola. Quella che studiamo a scuola. Oggi
possiamo viverla, guardando le “cose” che hanno condiviso l’avventura dei tanti che
hanno attraversato l’oceano. A tutti loro un grazie per averle messe a disposizione e
all’Associazione dei Marchigiani per averci condotto su questo emozionante percorso di
vita.

Un grande “museo digitale” dei marchigiani nel mondo
| 4 de noviembre, 2011 | 21:46 | Institucional | 1 Comentario

A cura di Silvano Malini «Gente d´Italia»

 

Oggetti “che testimoniano il fenomeno migratorio”, e che, come spiega la presidente Alicia Calzolari, nel suo saluto inaugurale, sono “raggruppati in tre ‘momenti’:  ‘Origine e vita in Italia’,  ‘La partenza’, ‘Arrivo in  Uruguay – la nuova  vita’”.“L’idea”, continua,  “sorge a partire  da un’iniziativa della  regione Marche di  creare un Museo della  Migrazione, per riconoscere  il valore storico,  sociale e culturale dell’emigrazione.

 

Valige e bauli, foto ingiallite, libri, Oggetti “che testimoniano il fenomeno migratorio”, e che, come spiega la presidente Alicia Calzolari, nel suo saluto inaugurale, sono “raggruppati in tre ‘momenti’: ‘Origine e vita in Italia’, ‘La partenza’, ‘Arrivo in Uruguay – la nuova vita’”. “L’idea”, continua, “sorge a partire da un’iniziativa della Regione Marche di creare un Museo della Migrazione, per riconoscere il valore storico, sociale e culturale dell’emigrazione. Noi in Uruguay abbiamo voluto, attraverso questa esposizione, valorizzare i materiali raccolti e dare visibilità a questo progetto per coinvolgere più persone e facilitare la raccolta di ancor più materiale”. fazzoletti, strumenti di lavoro, documenti e riconoscimenti civili e militari, e persino utensili di cucina, tra cui uno spettacolare paiolo di rame, e anche una rilucente fisarmonica. Sono alcuni degli oggetti esposti nella mostra “Memento: i ricordi dei nostri marchigiani in Uruguay”, organizzata d a l l ‘ A s s o c i a z i o n e Marchigiani nel Mondo di Montevideo e insediate presso l’Istituto Italiano di Cultura di Montevideo fino a ieri 27 ottobre.

All’inaugurazione, il 17 ottobre, davanti a un pubblico numeroso, dopo il saluto di Calzolari e quello dell’ambasciatore Massimo A. Leggeri, ha preso la parola l’ambasciatore Alberto Guani, Diretore Generale degli Affari Culturali del Ministero degli Esteri uruguayano. Guani ha manifestato la sua soddisfazione per l’iniziativa ed ha menzionato il quarto incontro mondiale dei Comitati Consultivi degli uruguayani all’estero, avvenuto lo scorso 24 ottobre, confessando che il modello si è “ispirato al modo in cui l’Italia, da moltissimo tempo (la prima conferenza sull’emigrazione si è fatta in Italia nel 1913), dedica tempo e dedicazione, attraverso il governo, all’emigrazione, che è una parte importante di noi”. Poi Anna Claudia Casini, la segretaria dei marchigiani dell’Uruguay, ha ricordato i “29 milioni di contadini pieni di speranza e a volte di illusioni, che hanno fatto (edificato concretamente) molti dei paesi di destinazione”, oltre a costruire “identità, segue Oggetti “che testimoniano il fenomeno migratorio”, e che, come spiega la presidente Alicia Calzolari, nel suo saluto inaugurale, sono “raggruppati in tre ‘momenti’: ‘Origine e vita in Italia’, ‘La partenza’, ‘Arrivo in Uruguay – la nuova vita’”.“L’idea”, continua, “sorge a partire da un’iniziativa della regione Marche di creare un Museo della Migrazione, per riconoscere il valore storico, sociale e culturale dell’emigrazione.

“MEMENTO: I RICORDI DEI NOSTRI MARCHIGIANI IN URUGUAY” Una mostra dei tesori del passato per migliorare il futuro di costruzione nazionale”. E l’emigrazione, ha sottolineato, “non è un’avventura finita”. In uno dei pannelli della mostra, infatti, si menziona il flusso migratorio proveniente dalle Marche negli anni ’90. Sebbene non abbia avuto le caratteristiche massive delle grande ondate di fine ‘800 e dei due dopoguerra, questo movimento, più di carattere culturale e impresariale, non è ancora cessato.

La giovane antropologa e socia dell’associazione Irene Dejuan ha fatto parte attiva della commissione organizzatrice ed ha collaborato all’istallazione della mostra, soprattutto nella scelta e nell’ordine da dare a quanto prestato dai soci. Durante il “vino d’onore” posteriore al taglio del nastro, l’abbiamo incontrata. “La mia parte è stata quella di redigere una scheda per ogni oggetto, per contestualizzarlo affinchè i visitatori capiscano il suo uso e il suo senso”, ha spiegato affabilmente la giovane a Gente d’Italia. “Ora si digitalizzerà tutto”, ha informato, “grazie alla partnership del Museo della Migrazione di Montevideo e al suo direttore, Víctor Cunha, e potrá col tempo far parte del patrimonio di un grande museo della Migrazione digitale, con l’apporto di altre collettività, oltre a quello del Museo della Migrazione che si realizzerà nelle Marche”. Il progetto della Regione, dal canto suo, nasce con l’intenzione di preservare la cultura e la storia, e soprattutto “insiste sul valore umano”, come enfatizzano Anna Claudia Casini, Alicia Calzolari e Pablo Dejuan nella web dell’associazione. “Il museo dev’essere ambientato nel passato ma allo stesso tempo essere contemporaneo. La migrazione è un fenomeno che non è terminato”.

In Regione si nominerà un Comitato Scientifico che selezionerà il materiale ricevuto dalle varie associazioni di marchigiani nel mondo e valuterà i seguenti passi da fare. La prima fase, quella della promozione e sensibilizzazione del progetto, ha dato i suoi frutti. Calzolari risalta il fatto che due soci si sono avvicinati con l’intenzione di collaborate prestando oggetti della famiglia, aumentando così il patrimonio digitale del museo.

Visitando la mostra, operazione quasi impossibile la sera dell’inaugurazione, per via della quantità di gente presente, incontriamo una sorridente Alba Molinari, figlia di Marino, che al suo arrivo da Acquasanta, frazione rurale di Santa Maria Nuova, nell’anconetano, si installò a Juanicó, nei pressi della “Ruta 5” (Canelones), dove mise su una fiorente attività vitivinicola. Accanto a noi c’è una splendente fisarmonica che riluce il nome di “Paolo Soprani”. “Era di mio padre”, dice trionfante la signora Alba. “La suonava a orecchio”. Il pannello esplicativo recita: “La tradizione indica che un pellegrino austriaco che si dirigeva al santuario della Madonna di Loreto si fermó a casa di Antonio Soprani, localizzata ai confini dei territori di Castelfidardo e Recanati. Aveva con sé una rudimentale cassa musicale: la fisarmonica, uno strano oggetto che risveglia la curiosità di Paolo Soprani, il figlio maggiore di Antonio. Il giovane apre lo strumento, ed intuisce immediatamente come costruirne di simili”. Di lì ad aprire una bottega e a vendere fisarmoniche, i l passo fu breve. “Con la fisarmonica, strumento trasportabile, poco costoso e che liberava una musica allegra e vivace, la musica italiana popolare incontrò il mezzo adeguato per crescere e divulgarsi”, appunta Beniamino Bugiolacchi, del Civico Museo Internazionale della Fisarmonica di Castelfidardo.

Aida Galli è nipote di Giovanni, operaio pesarese, e, da parte di madre, di commercianti di Treia (Macerata), pronipote di Reso Galli, torniere di Tolentino e figlia di un meccanico fresatore. Giovanni Galli si stabilì dapprima a La Plata, in Argentina, per costruire la ferrovia, insieme a due fratelli. Aveva diciassette o diciotto anni, e correva l’anno 1920 (anno più, anno meno). Quando finì, venne a Montevideo, per lo stesso motivo. “Mi pare che, sebbene parlasse sempre dell’Italia” ricorda Aida, “si vede che erano molto poveri, e vennero qui scappando dalla povertà”. “A mio nonno piacque molto l’Uruguay, e decisero di stabilirvisi”. Contadini quindi, ma anche falegnami, sarti, calzolai, i marchigiani d’Uruguay. E non mancarono i rivoluzionari, emigrati per ragioni politiche.

Aida e Alba due delle persone e famiglie che hanno messo a disposizione gli oggetti esposti. Oltre a loro, ricordiamo le altre persone che hanno collaborato: Guido Melani, la famiglia Molinari, Anna Claudia e Stefano Casini, Gabriela Scuadroni, Sergio Barchiesi, Teresa Marzialetti, Eva Simonetti, Armando Mari, Josefa Caldas de Sciamanna, Mariella Volppe, César Calzolari e Alba Quondamatteo. Curiosando qua e là, si vedono oggetti emblematici, come una Madonna di Loreto, particolari, come un esemplare di una vecchia edizione dell’ “Artusi”, celebre autore del primo libro di cucina regionale italiana, un bocchino da sigarette del 1940, un mazzo di carte, o un album di foto finemente rilegato del 1930. Ma tutto ha il sapore della vita, dei valori e del calore della famiglia, del ricordo nostalgico della casa lontana. Ma è una nostalgia che non fa male. E non fa male neppure ricordare un passato di sacrifici, di dolore e d’esilio, e anche di laboriosità accoglienza,e generosità, grazie a Dio, perchè la storia, se possibile, ci insegni qualcosa, ci serva per crescere e non si ripeta semplicemente tale e quale.

Memento: I ricordi dei nostri Marchigiani in Uruguay
| 2 de octubre, 2011 | 23:55 | Actividades Realizadas | Comentarios cerrados

I ricordi dei nostri Marchigiani in Uruguay

Comitato delle Nuove Generazioni
| 7 de agosto, 2011 | 1:33 | Área Joven, Cooperación | Comentarios cerrados

A continuación compartimos con ustedes una comunicación del consulado d’Italia:

“Il Consiglio Direttivo della Camera di Commercio Italiana dell’Uruguay ha deciso di istituire il Comitato delle Nuove Generazioni con l’obiettivo di  sviluppare nuove idee e progetti che coinvolgano i giovani, al fine di stabilire ulteriori vincoli imprenditoriali e formare nuove dirigenze che facilitino l’adattamento della nostra Istituzione alle esigenze che emergono  dai cambiamenti nel commercio internazionale, in funzione dello sviluppo delle tecnologie e l’ innovazione a livello mondiale.

E’ stata cosi’ raccolta e  fatta propria di questo Direttivo un’ idea  fortemente manifestata dall’Ambasciatore Massimo Andrea Leggeri e che consiste nell’ avvicinare alla Camera  le generazioni di giovani discendenti di italiani, ma non solo, che possano trovare in questo ambiente delle possibilità di creare e sviluppare le loro capacità imprenditoriali, approfittando del patrimonio di conoscenze della nostra  Istituzione, acquisita in oltre un secolo di attività in Uruguay, oggi  inserita in una rete di 74 Camere italiane sparse in oltre 50 paesi del mondo, e stimolando una migliore e più fluida comunicazione tra i diversi attori.

Il 26 luglio u.s , con la gradita presenza del Console d’Italia Dott.ssa Cinzia Frigo, ha avuto luogo la prima riunione di questo Comitato, alla quale sono state invítate le colletività italiane dell’Uruguay con lo scopo di lanciare questa interessantissimo progetto, in cui si e’ chiesto di apportare delle idee che  possano riempire di contenuto l’operato di questo Comitato e  pregando ai presenti di diffondere questa idea al fine di assicurare una rilevante futura partecipazione,  che consenta di migliorare ed incrementare i rapporti e gli interscambi  commerciali, imprenditoriali e di sviluppo  con l’Italia.”